Rodolfo Tullj, la storia di un batterista.

Erano gli anni dell’immediato dopoguerra, l’Italia rinasceva e si ricostruiva a stento e con sacrificio dopo lo sforzo bellico e i ragazzi tornavano a sognare l’America e un futuro… ognuno con le sue passioni, ognuno con i suoi talenti… Rodolfo Tullj e Ivan Graziani avevano scoperto la musica molto presto, ascoltavano artisti d’oltreoceano e quello strano affascinante nuovo mondo che era il rock’n roll riempiva la mente di note e di ritmi fino allora soltanto immaginati… note per Ivan, ritmi per Rodolfo, insieme impareggiabili e imbattibili con i loro strumenti artigianali, con le sale prova improvvisate… ma con una gran voglia di essere i migliori di tutti …

Fra ragazzi e fra “bands”, a Teramo, si organizzavano spesso delle sfide, negli incontri di scuola o di tempo libero si diceva di questo o di quello ” Hai sentito come suona X? Hai sentito come canta Y?”… quando poi X e Y si incontravano, uno dei due era costretto a sfidare l’altro per non perdere la propria reputazione… “Vò fà la sfida?” era l’invito ricorrente e il giudizio spettava poi al pubblico accorso alla singolar tenzone a dare la palma a questo o a quello… Indovinate un pò? … A quattordici anni appena Rodolfo e Ivan vincevano tutte le sfide!

Continuavano a provare e a provare e a provare, ore ed ore per far venire bene anche le cose più difficili, con tenacia, con amore e con rabbia, registravano tutto per risentirsi, con quel registratore Geloso a nastro con l’occhio magico centrale, che cominciava a registrare sempre un pò in ritardo rispetto allo Start, quindi ( chi lo faceva lo sa bene…) richiedeva innumerevoli tentativi prima di riuscire a centrare esattamente una sovrapposizione… dato che a Rodolfo e Ivan piacevano le sovrapposizioni, immaginate quante ore di tentativi andavano affrontate prima di un risultato appena soddisfacente… ma siccome erano anche perfezionisti…. (!?!) non finivano mai! (o quasi) … ma era tutta una scusa per ricominciare il giorno seguente… e quello seguente ancora…
…Durante uno di quei pomeriggi l’amplificatore a valvole di Ivan funzionava come la famosa freccia “mò sì, mò no”; Ivan si spazientì e tirò un calcione a quello strumento poco diligente, il quale, offeso, cominciò a gracchiare amplificando la chitarra di Ivan in modo irrimediabilmente distorto: chiunque altro, a sentire quello stridìo, si sarebbe senz’altro innervosito ulteriormente: Ivan, invece, no. Scoperto quel nuovo “sound”, tornava a cercarlo con grandi calci anche durante le esecuzioni in pubblico, con reclami e proteste di tutti… Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che qualche tempo dopo, Jimi Hendrix avrebbe portato al successo proprio quella chitarra distorta!!!!!
Rodolfo e Ivan suonavano. Da soli, in gruppo, suonavano sempre, in ogni occasione e ogni volta ce ne fosse la possibilità: il primo gruppo, oltre loro due, comprendeva Francesco Grue al basso e Mario Tarquini alla chitarra. Questo tale Mario Tarquini un giorno al mare insieme agli altri della band, scriveva una canzone… Ivan lo prendeva in giro… “ma dai, ma che canzone è?” era una canzone un pò lontana dal genere a cui erano abituati; dopo qualche mese quella canzone la cantava Fausto Leali a Sanremo… era “Debora”!!!
Il fratello di Ivan studiava all’università di Urbino, dove spesso venivano organizzate serate e manifestazioni speciali per gli studenti… ad una di queste serate lui fece in modo da far partecipare il gruppo dei nostri… ad Urbino ancora si ricordano di quel concerto! Il repertorio comprendeva gli Shadows, i Beatles, Elvis Presley e gli applausi non finivano mai… a metà serata andò via la corrente all’improvviso, Rodolfo senza smettere di suonare, partì con un break che durò per tutta la durata dell’interruzione e… magia della musica, appena la corrente tornò tutti gli altri ripartirono con una perfetta sintonia che fece andare il pubblico letteralmente in delirio… sembrava tutto architettato in precedenza!!! Ivan sarebbe poi tornato a Urbino a studiare e quel concerto fu per lui il seme nella buona terra, la sua “referenza” per la scalata lenta e inarrestabile verso la notorietà.
Il fratello di Ivan studiava all’università di Urbino, dove spesso venivano organizzate serate e manifestazioni speciali per gli studenti… ad una di queste serate lui fece in modo da far partecipare il gruppo dei nostri… ad Urbino ancora si ricordano di quel concerto! Il repertorio comprendeva gli Shadows, i Beatles, Elvis Presley e gli applausi non finivano mai… a metà serata andò via la corrente all’improvviso, Rodolfo senza smettere di suonare, partì con un break che durò per tutta la durata dell’interruzione e… magia della musica, appena la corrente tornò tutti gli altri ripartirono con una perfetta sintonia che fece andare il pubblico letteralmente in delirio… sembrava tutto architettato in precedenza!!! Ivan sarebbe poi tornato a Urbino a studiare e quel concerto fu per lui il seme nella buona terra, la sua “referenza” per la scalata lenta e inarrestabile verso la notorietà.

Qualche anno fa, mentre si teneva ad Urbino una serata in memoria di Ivan e per presentare un libro con i suoi schizzi (…cartelle di sogni), un professore universitario disse a Rodolfo “Noi non abbiamo mai dimenticato quella serata…” Ragazzi speciali, ragazzi pieni di talento, che alla musica davano tutto… senza risparmiarsi. …. Vivevano per la musica, con lei, di lei… e lei cominciò a dar loro le prime soddisfazioni…

Non era facile acquistare gli strumenti per i ragazzi, e tantomeno l’impianto di amplificazione, quindi Rodolfo, spesso, andava a suonare quando lo chiamavano nelle balere e nei locali anche un pò controvoglia, visto che parecchie volte si trattava di fare il “liscio”, per far ballare la gente, ma era una gradita opportunità di guadagnare qualcosa per lo scopo, quindi andava bene così… Nino Dale era la massima autorità musicale del periodo a Teramo e i suoi “Modernist’s” erano il gruppo più acclamato , con un repertorio che andava dal popolare al blues, passando per ballabili e standard, … andavano in tournèe dappertutto riscuotendo sempre grandi consensi. Nino Dale cercava un batterista… gli parlarono di Rodolfo, quindici anni, eccezionale, Nino Dale era un pò scettico ma decise di ascoltarlo: alle prime battute capì di avere di fronte un talento come pochi, “da prendere al volo prima che prendesse il volo”, Rodolfo entrò così nei Modernist’s e Ivan voleva entrare anche lui… e tanto pregò e tanto insistette e tanto si raccomandò che Nino Dale lo ascoltò… quella voce unica al mondo che raggiungeva note
da brivido in falsetto, che cantava “My prayer” come nessuno… beh, per farla breve, anche Ivan entrò nei Modernist’s e tutti e due i ragazzi si ritrovarono a fare tournèe in Tunisia a quindici anni a firmare autografi e conquistare applausi! Ma era solo l’inizio… Indubbiamente un bell’inizio per chi, come loro, amava la musica e l’esibizione in pubblico, ma forse non proprio quello che stavano ancora cercando…
da brivido in falsetto, che cantava “My prayer” come nessuno… beh, per farla breve, anche Ivan entrò nei Modernist’s e tutti e due i ragazzi si ritrovarono a fare tournèe in Tunisia a quindici anni a firmare autografi e conquistare applausi! Ma era solo l’inizio… Indubbiamente un bell’inizio per chi, come loro, amava la musica e l’esibizione in pubblico, ma forse non proprio quello che stavano ancora cercando…
Ben presto i ragazzi furono conosciuti dappertutto, dalla montagna al mare, e la loro fama cresceva sempre di più… c’era un altro gruppo di Ascoli Piceno, che spesso entrava in competizione con loro, anche da lontano… il gruppo si chiamava “I lupi”… e qualche anno dopo Ivan avrebbe dedicato loro il famoso pezzo omonimo nell’album “Ballata per quattro stagioni”… evidentemente fu una rivalità molto sentita e rimasta nei loro cuori come un ricordo struggente…
Una sera a Pescara suonarono in apertura di concerto prima di Iva Zanicchi… la allora giovane cantante emiliana si innamorò letteralmente (in senso artistico) del batterista. “Rodolfo, tu devi suonare con me!”… gli altri ovviamente erano molto contrari… ma il fato doveva compiersi.
Anche se non successe subito, la successiva stagione Rodolfo era il batterista di Iva.
Una sera a Pescara suonarono in apertura di concerto prima di Iva Zanicchi… la allora giovane cantante emiliana si innamorò letteralmente (in senso artistico) del batterista. “Rodolfo, tu devi suonare con me!”… gli altri ovviamente erano molto contrari… ma il fato doveva compiersi.
Anche se non successe subito, la successiva stagione Rodolfo era il batterista di Iva.
Come tutti gli artisti, e soprattutto come gli artisti di talento, Rodolfo ogni tanto cambiava, con la sete di esperienza e di nuovo, tipica dei giovani… partiva e lasciava il gruppo, con Iva Zanicchi, con Domenico Modugno, con Ornella Vanoni… Nel frattempo fra una tournèe e l’altra era nata una nuova formazione, gli “Harlem 77″, Rodolfo, Roberto Trasatti, Franco Partenza, Marco Renzi. Difficile provare a spiegare l’incredibile amore del pubblico per questo gruppo, per provarci vi racconto di una volta in occasione di un loro concerto al mare… quando partirono per raggiungere il posto dell’esibizione, cominciarono a notare sui palazzi, sugli alberi, sui pali lungo la strada, striscioni, manifesti e scritte di ogni genere che inneggiavano a loro: “Viva gli Harlem 77″, oppure “Harlem 77, il mito!”… e via di questo passo per tutta la durata del viaggio da Teramo fino al mare… L’amore del loro pubblico li seguiva ovunque… Ad Alba Adriatica c’era un pescatore che allora cucinava il pesce per strada, un pò arrangiato, sicuramente, come tanti a quell’epoca… non c’erano ancora i controlli delle Asl e l’Hccp!!! Dopo i concerti, Rodolfo e gli altri andavano a mangiare il pesce fresco da lui, e gran parte del pubblico li seguiva per stare ancora un pò vicino a loro… Quelle serate furono il suo successo, se lo cercate c’è ancora… è Donato il disgraziato! Ovviamente adesso ha un bel ristorante… Ma si ricorda ancora di quelle notti brave…
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Il servizio militare lo portò letteralmente via dalle scene, anche se comunque trovò molte occasioni di suonare anche per l’esercito… Nel frattempo i suoi genitori si erano trasferiti a Merano, la pausa forzata prima o poi terminò, e cominciò così la sua seconda fase: approfondimento e messa a punto delle proprie capacità: a Merano nacque un gruppo con Mike Frayria voce e chitarra, Maurizio dei New Dada” al basso (in seguito ai Krisma), e tre vocalists, una delle quali trovò poi la notorietà con “Quelli della notte” di Renzo Arbore. Il gruppo si chiamava “Cottonfields” e divenne in breve tempo gettonatissimo nei locali, nei bar e nelle discoteche di Milano, Trento e Bolzano; Rodolfo divenne un personaggio molto amato, soprannominato “Il Parini”, per via del suo abbigliamento “Dark” e le sue ampie mantelle. Il gruppo ebbe un contratto discografico con la “Miura Records” e realizzò diverse incisioni proprio nello stesso palazzo dove c’era anche il “Clan” di Celentano. Molte delle loro registrazioni erano basi rock che venivano commissionate dall’Inghilterra, sulle quali altri gruppi poi incidevano le loro voci e pubblicavano per conto loro nel Regno Unito. Ancora a Milano, Rodolfo suonò con molti altri artisti fra i quali i “Giganti”, la “Formula tre”, Rosanna Fratello, Umberto Bindi, Joe Squillo, Fiorella Mannoia; con Bruno Martino poi, nacque l’interesse di Rodolfo per le armonizzazioni e le sensibilità tipiche delle atmosfere jazz, interesse che da allora in poi lo avrebbe accompagnato per tutto il resto della sua brillante carriera artistica.
A Teramo, Rodolfo è stato cofondatore e direttore per più di vent’anni del Ce.d.e.m., Centro di Educazione Musicale, nato insieme a Marco Renzi e Vincenzo di Sabatino, che ha educato e preparato centinaia di allievi che oggi svolgono attività di rilievo nel panorama musicale italiano; ha collaborato con l’Istituzione Sinfonica Abruzzese, ha organizzato Stagioni di Concerti e Stagioni Teatrali insieme al compianto prof. Fernando Aurini; ha diretto il seguitissimo corso di batteria comunicando a centinaia di allievi la sua passione per questo strumento.
Tuttora Rodolfo Tullj insegna la batteria agli appassionati nel suo studio a Mosciano Sant'Angelo, e presso la Scuola Indipendanza a Teramo; per informazioni compila il modulo nella pagina dei contatti.